“In quel tempo. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, il Signore Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.” (Luca 5, 1-6)
Quel giorno era stato un giorno sprecato per i pescatori che sconsolati riassettavano le reti; ma questo non aveva impedito a Simone e agli altri di prestare la loro barca a Gesù perché parlasse alla folla che gli faceva ressa (e qui mi viene da pensare quanto è importante la comunicazione chiara e ascoltabile da tutti nelle nostre chiese della Parola di Dio, che a volte non è proclamata come dovrebbe, ma è letta in modo sbrigativo, sottovoce e perciò incomprensibile …) e questo ci dice che per Gesù era importante che la sua Parola arrivasse a tutti (per questo, nella catechesi, la modalità è importante quanto il messaggio!).
Simone e gli altri, in quel momento erano sfiduciati e a volte proprio nei momenti di fallimento si è più disponibili all’ascolto, perché non si ha più niente da perdere. L’ ascolto delle parole dette da Gesù, che sono parole vivificanti, ha saputo ridare loro speranza al punto di acconsentire alla richiesta, professionalmente improbabile per dei pescatori esperti come loro, di gettare nuovamente le reti al largo.
Ascoltare la Parola di Dio non limitandosi a sentirla solo con le orecchie ma in tutta umiltà, senza la pretesa di comprendere tutto e subito, chiedendo a Dio la Grazia di farla diventare esperienza di vita, ci permette di gustarne i frutti di pazienza, consolazione, ottimismo, forza, allegria, abbondanza…
Io riesco a partire dal mio niente e a dire “ Sulla Tua Parola prendo il largo anche quando il mare della mia vita è in burrasca, perché Gesù io confido in Te?” Chiediamogli di farsi presenza concreta e di mostrarci il suo volto! Duc in altum!