05/06/2021 – S. Bonifacio

Luca 4,16b-22b
In quel tempo. Secondo il suo solito, di sabato, il Signore Gesù entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

 

 

«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».

 

 

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

 

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».  Il lieto annuncio che Gesù propone ai suoi uditori non è una dottrina, ma è lui stesso. Egli è la salvezza e la via per conseguirla. La “grazia” accordata da Dio agli uomini passa attraverso la sua persona, anzi, è lui stesso. Questa grazia e questa salvezza è destinata ad ogni uomo, prescindendo dalla terra d’origine, dalle condizioni sociali, dalla stessa fede religiosa, è per tutti.

Gesù è venuto ad annunciare al mondo un lieto messaggio di guarigione e di liberazione, di libertà e di grazia.

I destinatari di questo gioioso messaggio sono i poveri, i peccatori pentiti, gli oppressi, ma alla fine anche tutti noi. Dovremmo sempre accostarci a Lui con sentimenti di umiltà e di povertà.

La verità è che Dio è Padre e noi siamo figli e quindi fratelli e vivere tutto questo. Questa è la condizione per abitare in pace e in fraternità nella sua Parola.

 

«Rimanete in me e io in voi – dice il Signore –;
chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto». Alleluia.

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