“Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.” (Giovanni 13,1-15)

#amareéservire

All’inizio del Triduo pasquale contempliamo il gesto più eclatante che Gesù compie come insegnamento di tutto il cammino con i suoi discepoli: il chinarsi e il lavare i piedi di ciascuno di loro.

Rispetto a questo segno ci possono essere due atteggiamenti. Quello resistente di Pietro che non vuole lasciarsi lavare i piedi, convertendosi poi perché, per lui, Gesù è il suo fratello di tutta una vita. E quello di chi accetta, con tutte le proprie fragilità, di sentirsi accompagnato e sostenuto da questo gesto.

Tutto questo però fa i conti con uno stile nuovo. L’amore si inchina, si abbassa, si svuota, verso chi è povero, fragile, solo, abbandonato, addolorato …

Alla fine capiamo veramente che l’amore si fa dono perché amare è servire!

Immagine: La lavanda dei piedi – Giotto – Cappella degli Scrovegni

 

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