06/06/2023 – S. Norberto e S. Gerardo

Lc 4,25-30

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

 

 

All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.

 

Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

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Gesù racconta che Elia andò a portare il suo annuncio a una vedova di Sidone, fuori dal territorio di Israele, e a Naaman il Siro. Gli uomini radunati nella sinagoga sono indignati e cacciano via Gesù, il quale, fermo nelle sue risoluzioni, passando in mezzo a loro si mette in cammino per andare altrove: Gesù non si lascia intrappolare dalle pretese umane.

Questo brano di Vangelo potrebbe sembrare anacronistico: dopo l’universalità dell’annuncio di Gesù potremmo ancora noi pretendere, come il popolo d’Israele, un annuncio elitario?
Forse un altro è il rischio che corriamo oggi: quello di non accorgerci che gli ultimi, gli emarginati, gli alienati rispetto alla nostra società e ai suoi schemi, sono molto più vicini di quanto immaginiamo al cuore di Dio.

L’annuncio di Gesù è per tutti, sempre! Ma con un’attenzione particolare a chi ne ha più bisogno, proprio come la madre che dà maggiori attenzioni al figlio più fragile, più problematico, più indifeso. Gesù chiede questo anche a noi: una vita di annuncio che non fa differenze, ma che con piccoli gesti quotidiani sa prendersi a cuore chi è spesso considerato un di più dalla nostra società: lo straniero, l’immigrato, il figlio non voluto, il disabile, colui che è ai margini della comunità, ma al centro del pensiero di Dio.
Mettiamolo anche noi al centro del nostro cuore!

Papa Francesco qualche anno fa commentò così questo brano di Vangelo:

“Evangelizzare i poveri: questa è la missione di Gesù, secondo quanto Lui dice; questa è anche la missione della Chiesa, e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa.
Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro.”

Il Signore è fedele alla sua alleanza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,

dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Dal Salmo 104 (105)

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