07/07/2022 – Giovedì della 4ª Settimana dopo Pentecoste

Lc 7, 18-23
In quel tempo. Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose.

 

Chiamati quindi due di loro, Giovanni li mandò a dire al Signore Gesù: «Sei tu colui che deve
venire o dobbiamo aspettare un altro?».

 

 

Venuti da lui, quegli uomini dissero:
«Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».

 

In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia”.

 

 

E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

 

#attesa #vitaNuova #gratitudine

 

Leggendo i capitoli precedenti, scopriamo cosa sono “le cose” di cui è stato informato Giovanni Battista: riguardano la successione di miracoli compiuti da Gesù dei quali Luca ci riferisce tanti particolari interessanti, come la guarigione del servo del Centurione o la resurrezione del figlio della vedova di Nain (incontrati in questi giorni). Forse il clamore suscitato da questi fatti ha spinto Giovanni a mandare i suoi per avere da Gesù la dichiarazione di identità che potesse fugare ogni dubbio e dare compimento alla lunga attesa del popolo e di Giovanni stesso.

Se confrontiamo questi versetti col cap. 11 di Matteo (1-6), troviamo una profonda corrispondenza dei fatti, e viene specificato che Giovanni invia i suoi quando già era in carcere…

Mi ha provocato. Lui, Giovanni, aveva già indicato il Maestro come “quello” da seguire; lui, Giovanni, aveva già professato apertamente la propria fede in quest’uomo di Nazareth; alla vigilia del proprio martirio, un grande profeta come lui avverte forse il bisogno della rassicurazione da parte di Gesù? Non credo.

 

Mi sorge nel cuore una profonda gratitudine perché ancora una volta Giovanni, che vuole diminuire, uscire di scena, per dare spazio “a colui che deve venire” offre a tutti, ai suoi discepoli e via via fino a noi, la certezza di trovarci davanti al Salvatore della storia. Ma ancor più mi colma di tenerezza la modalità con la quale Gesù risponde: non si limita a dichiarazioni, neppure usa le sue efficaci parabole, usa…i fatti! Agisce, guarendo , risanando, purificando, insomma donando una vita nuova, un’altra possibilità per un’esistenza più umana.

E non nega a nessuno questa possibilità, dichiarando che i poveri sono i destinatari della buona Notizia.
Giovanni ci ha dato la vera speranza, illuminando Gesù e le sue opere perché la storia intera potesse riconoscerlo. E chi camminerà spedito sulla sua strada, dopo averlo riconosciuto, sarà beato, sarà felice, sarà veramente uomo.

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