“Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò.” (Marco 6,45-52).
La moltiplicazione dei pani ha lasciato sconcertati i discepoli di Gesù. Non hanno capito bene il senso di quello che è successo.
Gesù, dopo questo evento, invita i suoi a spostarsi e a precederlo su Betsaida, la città natale di Pietro. Il Maestro invece congeda tutta la folla e si ritira sul monte a pregare.
La sera Gesù vede i suoi affaticati a remare. Il vento spira in senso contrario e Gesù va loro incontro, camminando sul mare.
Che cosa succede? I discepoli prendono paura. Anziché pensare che è il loro Maestro lo considerano un fantasma. La stanchezza, i pensieri e chissà cos’altro possono essere le cause di questa visione.
Quante volte noi ci troviamo a interpretare cose in modo totalmente sbagliato. Nonostante siamo entrati in misura preponderante nell’era della comunicazione social, con strumenti sofisticati, quante volte la nostra comunicazione non funziona: quello che vediamo, sentiamo, scriviamo, non corrisponde a quello che interpretano gli altri e viceversa.
Qual è la risposta di Gesù? Gesù si affianca ai discepoli, alle loro fatiche e ai loro pensieri, si fa compagno di avventura. E infonde coraggio perché non bisogna aver paura. Le cose si affrontano e si superano.
Dobbiamo avere fiducia nel Signore. Questa è la vera sfida del credente.