09/02/2023 – Giovedì della 5ª Settimana del Tempo Ordinario

“Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.” (Marco 7,24-30).

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É proprio una donna straniera che, sentito parlare di Gesù, si getta ai piedi e chiede aiuto per la figlia colpita da un demonio.

Gesù dapprima ribadisce che la sua missione riguarda i figli d’Israele, ma poi alle parole della donna che si prostra, si convince che la missione e la conversione alla fede riguarda anche chi non appartiene al popolo eletto.

Possiamo anche osare di affermare che Gesù in qualche modo “si converte” per la fede di questa donna di lingua greca e di origini siro-fenice.

Nella categoria dei salvati oltre gli orfani e le vedove aggiunge anche gli stranieri. Non è un caso che Gesù, per nascondersi, sconfini in territori non legati alla fede del popolo d’Israele.

Ma c’è una parola nell’Evangelo di oggi che ci convince del fatto che la donna straniera, per fede, convinca Gesù a guarire la figlia colpita da uno spirito impuro: le briciole del pane della mensa dei figli.

Che cosa sono le briciole? Sono il segno della piccolezza, dello scarto. Quindi sono segno della missione principale di Gesù, espressa nelle Beatitudini.

Immagine particolare dell’opera: Cristo esorcizza la figlia della Cananea, dalla Très Riches Heures du Duc de Berry, quindicesimo secolo.

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