10/01/2023 – Martedì della 1ª Settimana dopo l’Epifania

Mc 1, 14-20

In quel tempo. Dopo che Giovanni fu arrestato, il Signore Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

 

Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.

 

Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini».

 

E subito lasciarono le reti e lo seguirono.

 

 

Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

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Convertiti e credi al Vangelo“: sono le parole che  sentiamo durante l’imposizione delle ceneri sul capo, quando all’inizio della Quaresima, siamo invitati a metterci in cammino per cambiare  il nostro cuore.
Cosa volevano dire ai primi discepoli, quando ancora tutta la storia doveva svelarsi?
Convertitevi e credete alla “buona notizia”, al lieto annuncio di un Dio che Ama senza riserve, che ha donato suo Figlio per noi e che ora è pronto per “raccontarsi” e amarci.

Dopo quaranta giorni di deserto, Gesù inizia la predicazione in Galilea; dopo gli anni passati “in casa” ora è il suo turno, si mette in cammino.
Chissà come si sentiva in quel momento, chissà cosa agitava il suo cuore. Mi piace pensare che avesse tanto tanto entusiasmo, come quello che agita noi quando sentiamo di far parte di una cosa grande, quando dobbiamo partecipare a qualcosa a cui teniamo tanto.

Cosa fa come prima cosa?
Cerca qualcuno con cui condividere questo impegno e questa gioia e che lo aiuti a portarla nel mondo.

Quando in terra Santa visitai il lago di Galilea la sensazione fu forte, pensare a quegli uomini che stavano lavorando, in un giorno qualunque, in un’ora qualunque e vengono chiamati da Gesù fa venire i brividi.
Chissà se avevano sentito parlare di Lui, chissà cosa pensavano, chissà se erano pronti a lasciare tutto per seguirLo, chissà cosa avranno pensato rispetto a coloro che li aspettavano a casa, chissà il padre Zebedeo cosa avrà detto a questi figli che lasciano tutto e se ne vanno.

La risposta di questi primi discepoli mi ha sempre colpita e stupita, mi ha sempre suscitato ammirazione: di certo avevano il cuore pronto.
Gesù a loro ha chiesto di lasciare tutto, io ne sarei stata capace?
Gesù passa nella quotidianità, anche nella mia, nella nostra, in tanti modi diversi ci chiede di seguirLo, e di esserne testimoni.
Cosa ci chiede di lasciare?
Gesù ci chiede oggi di lasciare le nostre durezze, i nostri egoismi, i nostri meccanismi cronicizzati, i nostri pettegolezzi, i nostri “aspettare in cambio” prima di fare qualcosa, Gesù ci chiede di cambiare il nostro cuore per vivere nel mondo ed essere annunciatori della Buona Notizia.

Ed ecco che il Natale ogni anno ci permette di riflettere sul nostro “fare” o meglio sul “come” facciamo le cose; ci aiuta a scuotere il nostro cuore per ripartire dalla gioia vera, dalla gioia che proviamo di fronte ad una nuova vita e che dovrebbe essere quella gioia che mettiamo in tutte le cose: semplice, spontanea, senza egoismi, capace di donare senza riserve!!

Aiutami o Dio ad aprire il mio cuore, a lasciare che venga plasmato dal tuo Amore, che lasciandosi amare possa a sua volta essere portatore di bene! 

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