“Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. (Matteo 21, 33-43.45-46).
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Non é una storiella quella che Gesù racconta ai sacerdoti e agli anziani del popolo. Davvero questa storia si ripete anche ai giorni nostri quando accampiamo giustificazioni al nostro operato distratto o quando desideriamo giustificare là nostre omissioni.
Emerge chiaramente in questo passo evangelico la bontà di D-o rispetto alla cattiveria esasperata degli umani. I servi detrattori e vigliacchi non hanno nessuna pietà. Vogliono solo l’eredità. E la eredità sarà loro data nel buio eterno.
Ma ci colpiscono della predicazione di Gesù il riferimento alla “pietra scartata dai costruttori”, tratta dal Salmo 117,22.
Gesù si identifica perfino con una pietra scartata. Quasi a dirci che perfino gli scarti sorreggono l’intera struttura. Ma c’è un collegamento forte con la chiesa che Pietro, pietra pure lui, sarà chiamato a costruire. Non è un caso che tutti gli evangeli sinottici e Atti, facciano riferimento a questo passo di Gesù.
Forse che noi dobbiamo essere pietre scartate, ma vive, che divengono angolari nel disegno di D-o?