“Il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre. […] il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole.” (Giovanni 5,19-24)
La pagina del Vangelo di oggi ci regala un assaggio del rapporto trinitario di Amore che lega il Padre e il Figlio nello Spirito. E il frutto visibile di questo Spirito che dà la vita – come recitiamo nel Credo – è proprio il passaggio dalla morte alla vita. Anche noi siamo chiamati a risorgere, a rialzarci (questo è il significato del verbo della resurrezione)! Questa liturgia racchiude il cuore della nostra fede, di ciò in cui crediamo, della novità della persona di Gesù Cristo “primizia di coloro che sono morti” (1Corinzi 15, 20). Stupendo il passaggio iniziale di Paolo: “se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede” (1Corinzi 15,17): la resurrezione non è l’estrema sintesi della buona notizia del Vangelo- oltre l’Incarnazione? Il nostro Dio ci ha donato Suo Figlio perché condividesse la nostra vita di uomini mortali, ma per salvarci e donarci la Sua Vita, la vita eterna che altro non è la vita di Dio, perché “l’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte” (1Corinzi 15,26). Che cosa dovremmo dunque temere per la nostra vita? Questa certezza dovrebbe accompagnarci ogni giorno della nostra esistenza! Altrimenti dove sta la nostra fede? Altrimenti dove sta il nostro essere cristiani? Saremmo uguali a tutti gli altri ….. veramente Gesù realizza le parole dei profeti, di Isaia, dell’Antico Testamento: “saprai che io sono il Signore, il tuo salvatore e il tuo redentore” (Isaia 60,16). Anche Gesù che era Figlio di Dio da solo non poteva fare nulla (Giovanni 5,19), anche Lui aveva bisogno della forza stessa del Padre, figuriamo ci noi cosa possiamo combinare di buono da soli […] la risposta è ovvia, purtroppo. Per questo occorre la fede che è forza di Dio donata a noi!
Cosa aspettiamo anche noi per “passare dalla morte alla vita”? Pensiamo a quali sono le nostre paure, i nostri dubbi, le nostre difficoltà e affidiamole al Signore che è venuto a salvarci e liberarci da tutto questo. Proviamo a fermarci anche sullo “stato” della nostra fede: quali sono le nostre certezze? A chi affidiamo la nostra vita? Sappiamo testimoniare la gioia della Resurrezione nella nostre giornate? Nulla ci deve abbattere: Cristo è vivo e presente in mezzo a noi! Festeggiamo con gioia la Pasqua settimanale nell’Eucarestia domenicale.
Home Commento evangelo ambrosiano 10/09/2017 – 2ª Domenica dopo il martirio di S. Giovanni il Precursore