11/11/2020 – S. Martino di Tours

Lc 6, 29b-38

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».


Di fronte a questo vangelo sento tutto il mio limite.
L’amore e la misericordia di Dio non sono ragionevoli: Lui ama in modo
esagerato. E, a pensarci, in verità non esiste altro modo per amare davvero.

Ma la questione è che chiede a me di fare altrettanto: amate i vostri nemici, fate del bene senza sperarne nulla, perdonate…
E infine: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”.

Anche se il programma di vita che mi faccio è su questa linea, poi mi ritrovo a fare i conti con tutte le volte in cui ho giudicato, ho condannato e non ho perdonato oppure ho fatto fatica a perdonare.
Quel COME è esagerato: certo non vorrà dire la quantità (tanto quanto lo è il Padre), perchè ai nostri limiti è impossibile una misura infinita; forse è un invito a riflettere sul fatto che NOI abbiamo ricevuto misericordia e quindi possiamo essere noi misericordiosi (“come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”). Il Signore ci insegna a esserlo.

Il brano di oggi insiste sulla gratuità, sul non aspettarsi nulla in cambio.
Forse quello che ci pesa di più donare è il nostro tempo, che una volta dato, nessuno può restituirci; è il tempo donato ad ascoltare un amico, ad accudire un genitore anziano, ad aiutare una persona nel bisogno.

Non oso neppure pensare di riuscire a donarlo a un nemico… Questo mi
è troppo difficile.
Perdonare uno che mi ha fatto del male poi! Il perdono in realtà è un dono che riceviamo dal Signore: IO sono stato perdonato. In modo immotivato e immeritato: solo perchè Lui mi ama. E non mi chiede nulla in cambio del suo amore.

Chi vive il sacramento del matrimonio, scopre ogni giorno la gratuità dell’amore di Dio nell’amore che, senza averlo meritato, il coniuge gli dà, senza chiedergli nulla in cambio. Anche questo ci fa accorgere dell’amore di Dio, e ci spinge a imparare dall’amore di Dio e a amare COME lui.

Credo che il percorso che mi indica questa pagina sia lungo e duri tutta la vita. Però mi consola che Lui stesso è stato benevolo verso gli ingiusti e i malvagi; e in mezzo a questi ci sono io.
Non può bastare la nostra buona volontà: senza l’aiuto dello Spirito Santo non si riesce.
In questo sento la misericordia del Signore che accetta il mio limite e mi dà una mano dove io non ce la faccio. E gli chiedo di aiutarmi a seguirlo sulla strada di questo vangelo.

 
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