Lc 22,35-37
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento».


Suona strano l’incitamento di Gesù ad armarsi, anche perchè più avanti, quando uno di loro colpirà il servo del sommo sacerdote con la spada, verrà rimproverato. Ma allora di quale spada sta parlando?

Quando i discepoli sono stati mandati in missione, quale fu la risorsa, che ebbero a loro disposizione e consentì loro di tornare con successo? Non la borsa dei soldi, non la sacca con le scorte di viveri e vestiti, non i sandali ai piedi, ma la Parola di Gesù. Questa è la spada di cui devono attrezzarsi, ora
che stanno per perdere Gesù.

La Parola è la spada a doppio taglio di cui parla S. Paolo nella lettera agli Ebrei e di cui si parla nell’Apocalisse.

I discepoli stanno vivendo le ultime ore con Gesù e lui li sta preparando a ciò che avverrà loro: si ritroveranno in un mondo ostile da cui non dovranno fuggire, ma che dovranno affrontare con coraggio, armati della Parola di Dio.

Questo invito di Gesù ad “armarsi” è rivolto anche a noi, chiamati a stare nel mondo da testimoni, senza cercare sicurezze nei soldi, nei beni materiali, ma confidando nella Parola di Gesù.

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