“E subito Gesù tese la mano” (Matteo 14,22-33).
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É un brano del vangelo che parla di paura. Parla anche di coraggio, fiducia… ma principalmente di paura. Sarà che prima sono tutti i discepoli ad avere paura, sarà che poi ha paura solo Pietro, ma è questo che emerge: la paura davanti ad una grandezza, a qualcosa che non riusciamo a spiegarci subito, che sembra non poter accadere.
Loro provano paura, come la proviamo noi, davanti ad ogni cosa. La paura è umana, fa parte dell’umanità. La paura è il primo passo per darci una mossa, per capire il da farsi è reagire o rispondere a qualcuno che ci aiuta a dare luce al momento buio che stiamo vivendo.
Gesù lo fa prima dando coraggio facendosi riconoscere e poi tendendo una mano che afferra, che tiene stretto.
Una mano da afferrare e del coraggio… è ciò che ci serve per affrontare la paura e ripartire; per stare in questo mondo, camminare tra il mondo e non chiuderci in un luogo sicuro tra persone simili; per dare il nome giusto alle cose che accadano; per camminare sulle acque e rendere possibile ciò che per tanti, purtroppo, ancora oggi è impossibile.
Questo dice oggi il Vangelo alla mia vita, perché in un mondo che cambia non voglio essere una “cattolica perfetta”, ma una cattolica che ha paura, coraggio, fede, fiducia e che a sua volta tende una mano che sa afferrare, come Gesù ha fatto con Pietro.
@luisa
Immagine: CAPPELLA DI SAN GIUSEPPE DELLE SUORE DELLA CARITÀ DI SAN VINCENZO DE PAOLI A RIJEKA