14/01/2021 – Giovedì della 1ª Settimana dopo l’Epifania

Marco 1, 35-45
In quel tempo. Al mattino presto il Signore Gesù si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire
niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.


Appena sveglio, è ancora buio, Gesù esce di casa e si isola da tutti per pregare. E io?
Io so che posso incontrarlo così, appena sveglia, nella preghiera del cuore.

Gesù viene raggiunto dai suoi discepoli, che lo cercano disperatamente, incalzati da una folla di bisognosi che desidera guarigioni e grazie. E io? Io so che posso incontrarlo nella realtà che sono chiamata a vivere, perché se alleno gli occhi del cuore, Lui si fa presente nelle circostanze quotidiane.

Gesù vuole raggiungere tutti e si mette in cammino verso i villaggi vicini. E io? Mi devo muovere per rispondere a chi mi interpella, anche se questo mi porta fuori dal mio confine caldo e sicuro per entrare nel mare delle opportunità che mi sono donate, e Lui si fa incontro quando meno me lo aspetto.

Gesù si ferma per la supplica di un lebbroso, guarendolo perché “mosso a compassione”. E io? Se permetto alla compassione, al soffrire-con l’altro, di sciogliere il mio cuore, posso entrare nella familiarità con Lui, presente in ogni fratello che incontro nel mio cammino.

Questo brano è davvero una “mappa” che conduce a Gesù attraverso un sentiero concretissimo: la sequela.

Invochiamo dallo Spirito la capacità di scegliere di percorre questo sentiero ogni giorno.

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