16/02/2020 – Penultima dopo l’Epifania – Domenica della divina clemenza

Giovanni 8,1-11

In quel tempo. Il Signore Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

 

Non si finisce mai di restare stupiti di fronte all’amore misericordioso di Gesù! Purtroppo conosciamo benissimo il nostro piccolo cuore, quanto sia talvolta legato a logiche di affermazione di sé, dominio, anche nelle nostre piccole faccende quotidiane, perché nessuno vuol essere secondo a nessuno… e la cattiveria parte da noi, nel voler screditare, accusare, sminuire, condannare gli errori altrui…eh, perché GLI ALTRI sbagliano!! Non noi….al centro vogliamo mettere i peccati degli altri…

Anche la donna, per due volte, si dice “essere al centro” (vv.3.9), ma credo in due modi molto diversi: la prima per il suo errore pubblico, la seconda nella sua umanità e verità di fronte a Gesù, loro due da soli. E chissà lei cosa avrà pensato, forse anche da Gesù si aspettava la stessa condanna, chissà allora quando ha ricevuto quella parola di com-passione e misericordia cosa deve aver provato….forse sollievo, forse la gioia di essere compresa e perdonata.

Credo che di fronte a nostre gravi mancanze, quando qualcuno ci perdona, in noi nasca il grande proposito di non commettere più lo stesso sbaglio, perché ci è stata data una seconda possibilità…

Dio lo fa con noi infinite volte! E lo fa con gioia tutte le volte, come rifarebbe per altre cento volte liberare Israele dall’Egitto, nonostante i numerosi tradimenti da parte del suo popolo. Ma il popolo che ha conosciuto l’Amore di Dio sa chiedere la grazia e la liberazione dal male (Bar 2,14).

Anche noi dovremmo imparare da Gesù a non guardare alla legge come qualcosa che va rispettata alla lettera perché ci imbriglia in una norma (che può uccidere, perché ti fa sentire mai adeguato, fuori posto, inadatto) e quindi superare l’idea che chi la infrange vada solo punito, prima di tutto…Lo Spirito che Dio ci ha donato ci mette nel cuore la capacità di perdonare, di mettere al centro l’essere umano e non i suoi errori, ci infonde il desiderio di accompagnare verso la salvezza.

Chiediamo oggi, recitando il Padre Nostro, di saper riconoscere i nostri peccati, la grazia di essere liberati dai nostri mali, di saper mettere al centro la persona concreta e non ciò che di sbagliato ha compiuto. Impariamo da Gesù la “misericordia”, “avere nel cuore l’amore per i piccoli”, in primis noi stessi…

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