16/08/2022 – S. Rocco – S. Stefano d’Ungheria

Luca 11, 29-30

In quel tempo. Mentre le folle si accalcavano, il Signore Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione».

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Qual è il segno che cerchiamo? Quale altro segno desideriamo? Forse Gesù, morto e risorto per noi, non ci basta?

In questo brano Gesù definisce malvagia la generazione che cerca segni: non ci sono segni da cercare, ma da vedere, riconoscere, leggere. Tutto ciò che ci circonda è già segno dell’amore di Dio, ma dobbiamo saperlo scoprire e, talvolta, riscoprire (spesso anche noi siamo come Mosè che, nel corso del cammino, tentenna e dubita del Signore, dimenticando ciò che fino a quel momento aveva compiuto per il suo popolo).

Non dovrebbe servirci un altro segno, poiché abbiamo ricevuto il segno di Giona, la cui vicenda è la narrazione della misericordia infinita di Dio; poiché abbiamo ricevuto Cristo come segno: un Dio che si dona totalmente per noi.

Come fare, però, per leggere questi segni?

Ce lo suggeriscono i versetti che precedono questo brano e che delineano la beatitudine di Maria. Se vogliamo imparare a cogliere i segni
dell’amore di Dio, dobbiamo – come Maria – accogliere e custodire la sua Parola.
Se dentro di noi sappiamo ascoltare e far crescere il Verbo, se sappiamo essere anche noi Vangelo, ecco che possiamo leggere con occhi nuovi la realtà. Solo così non chiederemo a Dio segni straordinari, il miracolo o il compimento dei nostri desideri, ma l’umile e fiduciosa accettazione della sua volontà.

Preghiera
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
  Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
  Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.

(dal Salmo 119)

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