17/04/2020 – Venerdì nell’ottava di Pasqua in Albis

Marco 16, 1-7a
In quel tempo. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungere il corpo di Gesù. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

Le tre donne che si incamminano la mattina presto per andare ad ungere il corpo di Gesù, comprensibilmente preoccupate dalle questione pratiche (“Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”), sono invece travolte dall’annuncio dell’angelo. In questi giorni di grande sofferenza ed incertezza, anche noi desideriamo tanto ricevere un annuncio di resurrezione e di vita, come quello che l’angelo consegna alle tre donne protagoniste di questo brano di Vangelo.

Non perdiamo, quindi, la gioia che nasce dal camminare accanto a Lui e ai fratelli e alle sorelle che ogni giorno ci mette accanto e coltiviamo la fiducia nel Signore, che ha sempre a cuore la nostra felicità, anche nella fatica di questo momento storico così inaspettato e complesso. Impariamo, quindi, a fidarci della sua parola e a lasciarci stupire da Lui, perché il piano che Dio ha su di ciascuno di noi va oltre le paure e le preoccupazioni che, oggi più che mai, proviamo quotidianamente. Il suo disegno per ognuno di noi è più grande anche di ciò che possiamo immaginare.

Mi piace, infine, sottolineare come il Signore abbia scelto di annunciare la risurrezione di Gesù a delle donne, che spesso non erano considerate degne nelle società antiche e, alle volte, anche oggi.

Preghiamo per la gioia del Signore che si rivela ai più piccoli, perché possiamo imparare da loro a tenere accesa la speranza.

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