17/08/2020 – S. Massimiliano Maria Kolbe

Luca 12, 1-3

In quel tempo. Si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e il Signore Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze».

Il Vangelo di oggi ci ricorda un atteggiamento molto diffuso tra i farisei ma anche in ciascuno di noi: quello dell’ipocrisia, dell’avere più facce, del comportarci in modi diversi a seconda della situazione in cui ci troviamo, del parlare alle spalle, del mormorare. Questo atteggiamento è presente anche in tanti ambiti della nostra società.

Pensiamo a quante volte le notizie del telegiornale, i messaggi dei politici, la comunicazione nelle relazioni e nel mondo sono volutamente poco chiari, interpretabili in diversi modi così che non ci si assuma pienamente la responsabilità di quello che si afferma e sia sempre possibile ritrattare.

Gesù, al contrario, parla con chiarezza a tutti, potenti e gente comune, annunciando un messaggio di forte scombussolamento per la società del tempo: Dio è padre di tutti e tutti siamo fratelli.

Gesù ci apre sempre alla speranza e ci rassicura che tutto quello che viene pensato e tramato nelll’ombra prima o poi venga alla luce… come si dice, “i nodi vengono al pettine”: per quanto si voglia nascondere il male che si compie, alla fine viene scoperto, magari dopo tanti anni, ma il momento della verità arriva sempre.

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