17/11/2018 – Santa Elisabetta d’Ungheria

“E’ come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito …Vegliate dunque … fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati” (Marco 13, 5a.33-37)

Leggendo l’intero capitolo 13 del Vangelo di Marco si assiste ad un Gesù che parla ai discepoli in tono serio, apocalittico; è un’anticipazione, compiuta attraverso riferimenti ad accadimenti storici, della fine dei tempi e del Suo ritorno.
Proprio i discepoli, interrogando Gesù, avevano dimostrato il loro bisogno di riferimenti, le loro ansie e le loro paure circa il futuro. E’ certo che discorsi dove compaiono parole come “distruzione, inganno, guerre” preoccupano e suscitano il bisogno di prevedere, se possibile con precisione, i tempi in cui questo deve accadere; per prepararsi a tutto ciò? Per sfuggirvi?
Eppure Gesù non dà riferimenti temporali precisi, invita però a non cedere ai timori ed a restare saldi al pensiero che da Risorto ritornerà per assistere, per difendere, per dare forza.
Ci leggo un invito a non lasciare che le paure e le ansie circa il futuro paralizzino la mia fede.
La tentazione di restare immobili (addormentati) di fronte a predizioni catastrofiche o all’assenza di riferimenti è reale e concreta nel nostro tempo; quante volte il pensiero dei giovani di oggi va alla famosa “pensione che non avremo mai”, alle crisi dei valori, alle emergenze di varie entità vissute oggi in molti Paesi, alle notizie disastrose sulla nostra salute o su quella del nostro pianeta?
Di fronte a questo orizzonte viene proprio la tentazione di rinunciare a sperare.
Eppure Gesù ci mostra un’alternativa! Anzitutto ci ricorda che, pur in mezzo alle difficoltà, il cristiano può nutrire la certezza del Suo ritorno. Indica poi alcuni atteggiamenti, tra cui quello della vigilanza, che viene espresso con maggiore forza nel brano di Vangelo di oggi.
Vigilare significa restare svegli, restare accesi! Come accesa deve mantenersi la nostra speranza nella Salvezza!
Mi piace moltissimo poi il riferimento all’affidamento a ciascuno di un compito; è il padrone di casa stesso che dà potere ai servi, non li lascia affatto disorientati, anzi!
Ciascuno di noi ha un proprio contesto, un proprio compito, grazie al quale realizzare il Regno di Dio già nel presente!

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