“Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” (Giovanni 3,7-15).
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Il racconto di Giovanni riguardante il dialogo tra Gesù e Nicodemo pone al centro la dimensione della relazione con D-o che Nicodemo fa fatica a comprendere.
Gesù nell’Evangelo che oggi ascoltiamo ci apre al perché Il Padre, il D-o della vita, ha voluto donare se stesso assumendo, nel Figlio dell’Uomo, la condizione umana.
La risposta è data dal desiderio di D-o di donare la salvezza ad ogni uomo. E la salvezza nasce e rinasce dalla capacità di elevarsi e di discendere nella vita umana.
Si sale al Signore per superare la caducità della nostra vita e le fragilità umane. Si discende, come ha fatto il Cristo, per assumere la condizione di servo soprattutto verso i poveri e i bisognosi.
Attraverso la Croce si esprime il discendere del Signore. Mediante la Resurrezione si risale a D-o.
Immagine: Piero della Francesca – Resurrezione 1458-1474 – museo Civico di Sansepolcro