18/08/2020 – Martedì della 11ª Settimana dopo Pentecoste

Luca 12, 4-7
A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri.

 

In questo brano di Vangelo troviamo due importanti esortazioni da parte di Gesù.

La prima esortazione è riferita alla morte del corpo. È logico e fondato pensare che questa esortazione sia stata scritta in un momento in cui i cristiani erano già sottoposti a persecuzioni e ad uccisioni cruente. Ecco perché l’evangelista riprende questo detto di Gesù, con il quale viene detto che il corpo non deve essere il limite alla nostra testimonianza ma dobbiamo sapere che il nostro spirito, il pegno della vita immortale è sempre custodito dal Signore. Così si dà coraggio ad essere testimoni del Signore fino alla fine ma anche, di conseguenza, nelle difficoltà più piccole della vita.

La seconda esortazione, collegata alla prima, è il valore immenso che il Signore dà alla nostra vita perché è la nostra. Non abbiamo un Dio “della massa” ma un Dio attento ad ogni capello di ogni persona. Attento, quindi, ad ogni preoccupazione che viene consolata.

Preghiera
Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore,
amerete cose vane e cercherete la menzogna?
Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.

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