“Sono io, non abbiate paura!” (Giovanni 6, 16-21)
Il Vangelo di oggi si colloca subito dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Gesù, infatti, è ancora sulla montagna, v. 15). Il linguaggio utilizzato è fortemente simbolico e risente del contesto storico vissuto dall’Evangelista: la barca, metafora della comunità credente, si trova nel mezzo di una tempesta, con il mare agitato da interpretazioni diverse su chi sia Gesù. Un gruppo di cristiani provenienti dal giudaismo cerca di ridurre il mistero di Gesù alle prefigurazioni dell’Antico Testamento, dall’altra parte, alcuni convertiti dal paganesimo ritengono il Messia in continuità con l’Impero. Gesù raggiunge gli apostoli, ma questi, vedendolo camminare sulle acque, si spaventano e non lo riconoscono. Il Maestro, percepito inizialmente come assente (“non era ancora venuto da loro”, v. 18), finalmente si rivela, “Sono io”,utilizzando lo stesso nome con cui Dio si era fatto conoscere da Mosè (Cfr. Es 3,15), e rasserena i cuori, “non temete”.
Aiutaci Signore a non lasciarci sopraffare dalle tempeste che si abbattono ogni giorno sulle nostre vite; vieni a liberarci dalla paura del buio in mezzo a cui siamo chiamati a guidare la barchetta della nostra fede. Donaci,Signore, di riconoscerTi come la bussola in grado di condurci alla riva verso cui siamo diretti, a riconoscerti come “Io sono”, il Signore Dio che dona coraggio ai nostri cuori timorosi.