19/05/2021 – Mercoledì della 7ª Settimana di Pasqua

Gv 15, 12-17
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli:

 

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.

 

 

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

 

Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

 

 

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Oggi siamo di fronte ad una dichiarazione di amore oltre ogni aspettativa: Gesù afferma che il suo amore per l’umanità è immenso.

Un’affermazione che coinvolge tutti coloro che lo hanno incontrato e vogliono seguirlo lungo il cammino che Egli propone. Gesù si propone modello per tutti, l’unità di misura su cui dobbiamo valutare il nostro agire di ogni giorno.

Questa notizia che a tratti ci sconvolge, in realtà squarcia l’oscurità del nostro egoismo o delle nostre arrabbiature rispetto al mondo che viviamo. È una scossa che ci invita a vivere con gratitudine verso un Dio che ci si avvicina e ci dice “TI VOGLIO BENE, VOGLIO IL TUO
BENE”.

Si tratta di un amore che non si ferma nemmeno davanti a ciò che l’uomo teme di più: la morte. La croce diventa il simbolo di quest’amore pieno e profondo che è irreversibile.

Un frate un giorno mi fece notare questo: la sigla INRI “Gesù nazareno re dei Giudei” potremmo vederla sotto un’altra angolatura: IO NON RITORNO INDIETRO a significare che l’amore di Dio per l’uomo non può essere ritirato, sarà sempre presente e spetta solo a noi accoglierlo, aprirlo come si fa con i regali e gioire per questo.

Consapevoli che non siamo soli anche quando le nostre giornate si fanno dure, quando le nostre relazioni sono difficili, quando sembra che tutto si stia sgretolando: lì, proprio lì, il Signore è con noi.
Potremmo riprendere le parole del salmo 138: Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Non dimentichiamolo, ma facciamone memoria.

Chiediamo al Signore di essere capaci di vivere seguendo il suo modello, di non trattenere per noi l’Amore che Lui ci ha donato, ma condividerlo e diffonderlo. Lasciamo aperta la porta del nostro Cuore ricordando che Gesù ci dice “io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”. (Ap 3,20).

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