“«Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».” (Matteo 9,9-13).
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Nell’Evangelo che oggi meditiamo ci sono tre passaggi importanti che caratterizzano la missione di Gesù.
La chiamata a seguirlo è il primo passaggio. Sentirsi chiamati per nome spiana la strada alla missione perché si viene coinvolti. Ed è così per Matteo che chissà quante volte avrà sentito il richiamo dentro di sé a voltare pagina rispetto al suo lavoro.
Il secondo passaggio della missione é che Gesù va a pranzo ma non con i notabili ma bensì con i reietti. Gesù preferisce chi è fuori rispetto chi è dentro la comunità.
Ed infine un ulteriore attenzione. Gesù usa misericordia sempre, non condanna: “Misericordia io voglio e non sacrifici”! Gesù è venuta a salvare tutti a partire da coloro che sono considerati ultimi.
Queste tre novità scardinano il comune senso di annuncio della Parola perché in fondo richiedono una risposta da persone responsabili, per essere cristiani credibili