“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.” (Giovanni 6.44-50).
L’Evangelo che la liturgia ci propone oggi trova una sintesi mirabile e profonda nelle parole di Gesù: “Io sono il pane della vita.”
Possiamo solamente rimanere sorpresi di questa affermazione perché essa contiene una verità incredibile: il Figlio di D-o ci svela che D-o stesso è vita nel segno imperscrutabile del suo amore per noi, ciascuno di noi, di tutta l’umanità.
Il pane che le gente ha mangiato con Gesù non è la manna che Mosè ha chiesto nel deserto. Il pane è l’amore del Figlio di D-o per noi, lui che si è fatto carne per la nostra vita.
D-o è vita nel suo amore perché in ciò che è invisibile agli occhi si nasconde la verità sulla presenza umana nell’universo, nella luce che brilla, nel sentiero che anima il nostro cammino, negli incontri e nelle relazioni che la vita ci riserva.
La novità della presenza di Gesù, Figlio del D-o vivente, è racchiusa in questa prospettiva di vita: “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.”
L’eternità della vita dà senso alla vita credente e noi diventiamo Figlio dell’Unico Signore della vita.
Il Signore benedica i nostri passi sulla via della pace!