22/05/2020 – S. Rita da Cascia

Gv 14,27-31

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Queste parole fanno parte del lungo discorso d’addio che Gesù ha fatto durante l’Ultima cena. È il saluto di Gesù ai suoi amici.

“Non sia turbato il vostro cuore”: quanto ci fa bene sentire queste parole in questo tempo.
Quante fragilità, preoccupazioni, fatiche, eppure il Signore ci ridice: “non sia turbato il tuo cuore”. Gesù annuncia il dono della Pace e anche il Risorto dirà “Pace a voi” ai discepoli impauriti e chiusi nel cenacolo.

Che tipo di pace è quella che dona Gesù? la pace è la promessa di pienezza, il sentirsi a casa, è la fraternità realizzata che apre le porte del cenacolo. Dall’accoglienza della sua pace, diventiamo capaci di costruire rapporti di solidarietà e gratuità.

Quale tipo di pace cerchiamo? Sono in pace con me stesso?
La pace è anche un frutto dello Spirito Santo, come ci ricorda la lettera ai Galati (Gal 5,22). Lo Spirito ci permette di aprire la porta del cuore, di fare luce negli angoli più nascosti, ci dona la forza di comprometterci per il mondo.

Chiediamo al Signore di custodire queste parole: “Non sia turbato il vostro cuore”.

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