“In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.” (Giovanni 10,1-10).
Gesù ammaestra la gente che lo segue presentando la sua identità con semplicità raccontando l’attività del pastore. É un’immagine suggestiva per noi che meditiamo questo Evangelo, perché raccoglie in sé una verità profonda per la nostra vita di oggi.
Come si fa a riconoscere la presenza del pastore? Egli entra dalla porta del recinto e non da un’altra parte. Si riconosce il Signore perché nella nostra vita egli entra nel modo più semplice, forse scontato: entra per accudire e custodire la nostra vita, nonostante tutto.
Le pecore ascoltano la voce del pastore e lo seguono perché sta davanti a loro. Noi, da credenti, abbiamo l’impegno di ascoltare la Parola del Signore e di seguire il cammino che Egli ci propone.
L’Evangelo si conclude con una similitudine disarmante: Gesù é la porta. Se noi entriamo nella sua vita possiamo vivere da persone salvate, perché egli ci dona la vita e la vita in pienezza.
Riusciamo noi a riconoscere, nella nostra vita di tutti i giorni, il Signore sapendo che si fa porta per la salvezza della nostra vita?