Gv 1, 29-34
In quel tempo. Giovanni, vedendo il Signore Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”.
E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
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Siamo ancora nel tempo pasquale, tuttavia per essere veri testimoni- come è stato Giovanni- occorre ripartire dall’inizio, come anche Gesù aveva dato indicazione di tornare alle origini della chiamata in Galilea. Dobbiamo “rileggere” l’inizio dell’annuncio alla luce della resurrezione, scoprendo che da ora in poi cammineremo accompagnati dallo Spirito, che diventa sempre più protagonista di questo Tempo.
E all’origine per noi c’è proprio il Battesimo: ingresso nella vita di Dio.
Con gioia, settimana scorsa sono stata invitata a quello del bimbo di amici: grande festa di famiglia, sicuramente, ma anche della “famiglia dei figli di Dio”! è diventato fratello nostro a tutti gli effetti!
Crescendo scoprirà l’amore di mamma papà e sua sorella e l’amore di Dio tramite loro, tramite la Comunità, tramite gli Amici.
Piano piano si renderà conto che la sua salvezza ha avuto inizio lì, in quel giorno, facendosi fratello e amico di Gesù, che per Lui aveva già dato la vita sulla Croce. In eredità da figlio ha ricevuto redenzione (Ebrei 9, 12. 14)
Il piccolo avrà ricevuto qualche regalo, ma grazie ai suoi genitori capirà la bellezza della condivisione perché contribuirà ad aiutare altri bisognosi tramite i fondi raccolti durante la festa del battesimo, anche se il regalo più grande è “l’eredità eterna che era stata promessa” (Eb 9,15) ovvero diventare figlio di Dio.
Non solo ai tempi di Paolo lo Spirito infondeva i doni, anche a ciascuno di noi oggi… Ci pensavo proprio in questi giorni: chi si dedica alla cura, chi cerca bellezza tramite l’arte, chi ha il dono della scrittura e di trovare le parole buone, chi regala sorrisi, chi fa crescere la famiglia…ognuno ha il suo dono unico e speciale dentro di sé da coltivare (in realtà me l’ha ricordato la mia amica 89enne!)
GRAZIE, Signore, Tu mi hai fatto come un prodigio, le Tue opere sono stupende, e per questo Ti lodo!
L’invito di oggi è prima di tutto ricordare di la bellezza di essere FIGLI AMATI, poi riscoprire il proprio dono ricevuto dallo Spirito, fare memoria grata dei frutti che ha portato e fatto crescere, ricordare i nostri genitori madrine padrini testimoni che ci hanno accompagnato, ringraziare Dio anche pe il dono della Comunità.
La sfida, invece, è chiedersi se veramente stiamo vivendo il nostro Battesimo giorno per giorno, se anche noi vogliamo “immergerci e morire” con Cristo per “risorgere con Lui” a vita eterna, dove godremo veramente di tutti i frutti pieni dello Spirito dopo aver affrontato le nostre “pasque”, i nostri passaggi di crisi, morti, fallimenti