23/03/2020 – Lunedì della 4ª di Quaresima

Mt 7, 1-5
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti
accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Siamo sempre molto abili nel giudicare chi ci sta accanto. Crediamo di sapere, di conoscere, di capire chi ci è vicino. E, troppo spesso, il giudizio che diamo è negativo, tranciante, eccessivo. Se una persona commette un errore, subito esce dalla nostra sfera di amicizia, o, al massimo, gli
rivolgiamo qualche attenzione ma con sufficienza.

Ma il giudizio più terribile è quello dato in nome della fede, quando sottolineiamo i difetti o i peccati altrui pensando, facendo così, di rendere onore a Dio. Gesù azzera tutte queste illusioni con un’affermazione che ci fa rabbrividire: prima di giudicare gli altri è meglio analizzare sé stessi, togliere la trave che ci impedisce di vedere la pagliuzza nell’occhio del fratello.

Non si tratta di evitare il giudizio, di non avere opinioni, certo. Ma di averle mettendosi nella dinamica prospettiva di Dio che non vede il peccato ma la possibile redenzione del peccatore. Siamo chiamati a giudicare noi stessi e gli altri con la compassione che ci proviene dal Maestro, consapevoli che nella vita ogni errore può essere superato, redento, riparato.

Iniziamo questa settimana provando a giudicare in un modo nuovo, mettendoci nella prospettiva di Dio.

Signore, se ti sdegnerai contro di noi,
chi verrà in nostro aiuto?
Chi avrà pietà delle nostre miserie?
Hai chiamato a conversione la cananea e il pubblicano,
hai accolto le lacrime di Pietro:
accogli pietoso, Gesù, anche il nostro pentimento e salvaci,
Salvatore del mondo.

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