25/08/2018 – S. Luigi e S. Giuseppe Colasanzio

“…Il secondo è questo: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Non c’è altro comandamento più grande di questi.” (Marco 12, 28a.d-34)

Di questo brano la prima cosa che mi salta all’occhio è la definizione dell’insegnamento di Gesù sull’amore; si parla infatti di AMORE non come passione fugace o slogan romantico ma come comandamento! Sembra un po’ stonato come accostamento, credo forse perché non si è abituati a pensare all’amore come qualcosa di definito o rigido: “in amore non ci sono regole, all’amor non si comanda!” sono appunto litanie pop fin troppo note.

Eppure affidarsi ad un comandamento per imparare ad amare e praticare questa “arte” non è poi così male, anzi! Dovrei considerare quanto fa bene alla mia vita scegliere delle regole per i vari contesti che la abitano, dare loro una direzione e un senso..
Regola, quindi, come senso profondo!

Ricordo poi di aver già ascoltato un commento a questo Vangelo, in particolare nel punto dove è scritto “come te stesso”.. questo amore per gli altri nella stessa uguale misura dell’amore che rivolgiamo a noi stessi implica che dobbiamo (è un comandamento, quindi DOBBIAMO!) amare noi stessi! Non leggo qui un invito all’auto compiacimento o al narcisismo; Dio per primo ci ha amati, perché non dovremmo considerarci davvero creature preziose?!

Ecco allora che riscoprendo l’amore ricevuto da figlia, ricambio con altrettanto amore verso Dio e verso gli altri.
Concretamente amare il prossimo richiede un bel po’ di attenzioni.
Credo sia il percorso di una vita che si arricchisce anche dell’esempio dei fratelli stessi!
Non sai mai quanto amore ricevi dal prossimo mentre tenti, anche tu, di farlo sentire amato!

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