25/10/2021 – S. Gaudenzio di Brescia – Beato don Carlo Gnocchi

Lc 9, 57-62
In quel tempo. Mentre camminavano per la strada, un tale disse al Signore Gesù:

 

«Ti seguirò dovunque tu vada».

 

E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».

 

 

A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre».

 

Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».

 

 

Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

In questo brano Gesù non fa sconti, non abbellisce la realtà della chiamata, ma tende a spegnere i facili entusiasmi.

Il suo primo ammonimento invita a lasciare le false sicurezze, che consistono principalmente nei beni materiali. Non lo si segue per inseguire il successo o la fama, ma si ottiene il contrario.

Gesù, in un ammonimento che sembra duro, invita poi a lasciarsi il passato alle spalle (“lascia che i morti seppelliscano i loro morti”). Occorre trovare la forza di guardare avanti, superare paure, preconcetti, avvenimenti che ci legano.

Infine rimane da spezzare l’ultimo legame, quello con la propria famiglia di origine. Gesù qui è radicale: ogni vocazione a cui siamo chiamati impone il distacco, che possa portare poi a una relazione matura e non più subalterna con la propria famiglia di origine.

_Quali sono le false sicurezze dietro cui tendo a proteggermi? Le so riconoscere?
_Ci sono eventi nel mio passato che riconosco di dovermi lasciare alle spalle?

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