27/07/2020 – S. Pantaleone

Lc 10, 8-12

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai settantadue discepoli: «Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
Gesù non forma la sua corte ma invia i suoi discepoli ad annunciare il Regno di Dio.
Non vuole creare un entourage per pochi eletti ma dare la possibilità a tutti di appartenere a questo Regno e chiede ai discepoli che invia in ogni città, sprovvisti di tutto, di mangiare il cibo offerto e di occuparsi dei bisognosi.
Devono entrare in nuove situazioni fuori dal proprio villaggio e dalla propria casa in punta di piedi, con umiltà, non con l’arroganza di chi vuole imporsi e consapevoli della possibilità dell’accoglienza o del rifiuto.
L’invio non è unidirezionale perchè ci sono due atti: uno di chi è mandato e l’altro di chi accoglie.
Ecco allora che attraverso questi gesti umani passa il Regno di Dio, attraverso questi fatti Dio si fa presente. E’ il Signore stesso che passa, che giunge alle persone.
Gli inviati sono solo il tramite di questo passaggio che può essere o non essere accolto; non sono i padroni dell’invio ma vengono invitati alla reciprocità del donare e dell’accogliere.

Allora il nostro essere inviati come discepoli di Gesù deve portare ad aprirsi agli altri, senza giudicare, senza arrendersi alla non-accoglienza, senza recriminare i nostri fallimenti, senza chiudersi nella lamentela.
L’immagine della polvere scossa dai piedi è la non responsabiltà del successo o dell’insuccesso dell’annuncio, libera dall’ansia della riuscita dell’impresa.
Se abbiamo la nostra dimora nel Signore siamo liberi nell’annuncio, altrimenti finiamo per diventare noi stessi il centro dell’attenzione.

Sei tu che io ho preso dall’estremità della terra,
ti ho chiamato dai suoi confini
e ti ho detto:”Tu sei il mio servo, ti ho scelto, non ti ho rigettato”.
Non temere perchè io sono con te;
non smarrirti, perchè io sono il tuo Dio:
ti do vigore, ti aiuto,
ti sostengo con la mia destra vittoriosa.

Isaia 41,9-10

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