27/09/2020 – 5ª Domenica dopo il martirio di Giovanni

Matteo 22, 34-40

In quel tempo. I farisei, avendo udito che il Signore Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

 

Lasciatemi solo un attimo chiudere gli occhi e contemplare, gustando la parola dello Shema’ Israel(il brano della 1° lettura, Dt 6,4-12), preghiera giornaliera dei fratelli ebrei.

Non per nulla Gesù la riprende nel vangelo di oggi per rispondere alla domanda provocatoria (Mt 22,35) posta dal dottore della Legge. Ma fa un’aggiunta notevole: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non si può amare Dio senza amare anche il prossimo che ci vive accanto: è una delle mie poche certezze, se qualcosa ho intuito del cristianesimo, della vita di Gesù offerta per tutti per amore. D’altra parte è un Dio che ha scelto di diventare carne, uomo!

Potrei davvero fermarmi qui e pregare e invocare il dono di saper amare davvero.

Però mi viene in mente un’obiezione fatta dalle mie studentesse l’anno scorso a Giugno: “Ma prof, prima devo voler bene a me stessa e poi posso occuparmi degli altri!”. Lo Spirito -spero- in quel momento deve avermi suggerito la risposta: non si tratta di contrapporre un prima/dopo o il sano egoismo all’altruismo.

Il Vangelo ci dice “COME” te stesso, non prima, non dopo!(non sempre è facile volersi bene, x alcuni non è facile voler bene agli altri)

Noi non siamo minimamente in grado di amare nessuno, se prima non ci sentiamo amati. Il tutto forse inizia dal grembo materno; mi correggo, sicuramente ancora prima: se non ci fosse in origine un Dio che ci ama da sempre e non fosse venuto a noi tramite il Figlio, noi non sapremmo di essere amati. Quel “PRIMA” allora, è il PRIMEAR di Dio verso di noi!

Per questo, credo, si parla di libertà nella 2° lettura, ma non come lo intenderemmo noi oggi (ovvero sono libero di amare chi e come voglio): Dio liberamente ci ha amato e ci offre la possibilità di ricambiare con la stessa libertà…. ma attenzione, non solo di ricambiare Lui, ma contemporaneamente di amare il nostro prossimo!!!

L’amore si manifesta con gesti concreti e non solo a parole! In questo siamo liberi: nessuno può obbligarci a voler bene a qualcuno. L’amore vero è unicamente frutto della libertà! È DONO! Per questo l’amore completa la legge, perché non è sufficiente una legge che mi dica di rispettare qualcuno, ci vuole amore!

Per questo noi sappiamo di essere amati: qualcuno fa qualcosa per noi e questo è segno dell’amore di Dio! (DIO CI AMA MA SEMPRE TRAMITE QUALCUNO, diceva un post di don Giuseppe, ora in Zambia!)

 

Oggi vorrei proprio ringraziare Dio per Nathan, Liliana, Pietro e tutti i bimbi venuti al mondo in questi giorni, Chiara ed Elena nei mesi scorsi. Ringraziamo oggi i nostri genitori che ci hanno trasmesso la vita con amore! Ringrazio per tutto l’amore che gratuitamente ho ricevuto finora nella mia vita, da tutte le persone che mi hanno voluto bene mostrandomelo con tanti gesti concreti!

Ti chiedo, Signore Gesù, Amico, di rendermi capace di un briciolo del Tuo Amore!

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