28/04/2023 – S. Gianna Beretta Molla

“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.” (Giovanni 6,52-59)

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L’Evangelo di Giovanni che oggi meditiamo é il più delicato tra i passi che abbiamo incontrato del nuovo testamento.

É un insegnamento che Gesù rivolge ai Giudei nella sinagoga di Cafarnào. La frase centrale è quella posta all’inizio di questa riflessione e nel mezzo del discorso di Gesù e della sua catechesi.

I Giudei discutono aspramente – dice Giovanni – su “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”

Gesù non è un cannibale! Gesù anticipa il senso del suo sacrificio in Croce per la salvezza di tutta l’umanità. Questa é la missione del Figlio mandato dal Padre. Questo potremmo dire è il sacrificio di amore e misericordia di D-o stesso.

Noi cristiani abbiamo tradotto concretamente il memoriale della Pasqua nel sacrificio Eucaristico di Gesù Cristo.

Gesù ci ricorda che l’amore è l’unica strada per ricongiungere e unire la vita tra di noi e il D-o della vita. Carne e sangue è ciò di cui siamo fatti. In tutto questo apparteniamo alla vita e per questo apparteniamo a D-o.

Nel sacrificio della Croce si incentra la nostra povera e umile fede.

Nell’esempio di Santa Gianna Beretta Molla, oggi, viviamo questo tempo a servizio e nel dono della vita.

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