28/06/2021 – S. Ireneo

Lc 8, 4 -15
In quel tempo. Poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, il Signore Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto».

 

 

Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché “vedendo non vedano e ascoltando non comprendano”.

 

Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che,
quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione.

 

 

Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza».

Gesù parla a una grande folla. Immaginiamo la scena con tanta gente, ricchi, poveri; qualcuno capita lì per caso; qualcuno ha fatto tanta strada perchè non voleva assolutamente perdere questo incontro. C’è chi segue Gesù da tempo, chi lo ascolta per la prima volta.

I terreni su cui cade la Parola di Dio sono un po’ le diverse persone dell’umanità: c’è chi non ascolta il Signore; chi rimane affascinato ma poi non segue la Parola; e chi è un terreno buono non perché fa cose buone ma perché si fida pienamente di quello che dice Gesù.

Ma questi terreni rappresentano anche le diverse fasi della vita che attraversiamo. Ci sono periodi e situazioni dove le preoccupazioni hanno la meglio, tanto da soffocare la Parola che abbiamo ascoltato. Ci sono momenti di difficoltà dove lo scoraggiamento e la rabbia prevalgono e viene meno la nostra fede. Ci sono però anche stagioni della vita dove viviamo davvero alla grande, sentiamo che portiamo frutto, siamo perseveranti nella relazione col Signore, la nostra vita è totalmente nelle mani del Signore e possiamo essere segno di benevolenza e di speranza per chi ci incontra.

In tutti i casi descritti la Parola arriva nel nostro cuore ma che cosa differenza un terreno dall’altro?
Lasciarsi amare e credere che la Parola di Dio sia rivolta a me personalmente! C’è una promessa di bene, di vita eterna, di un Padre che ci ama e ci custodisce, tutti e ciascuno.

Potrebbe aiutarci recuperare il silenzio, sia all’interno del nostro spirito che all’esterno. Non è facile ai nostri giorni difendersi dal bombardamento continuo dei rumori e dalle frenesie che ci agitano interiormente. Bisogna avere il coraggio di decelerare, trovare un incedere più calmo, darsi e dare a Dio spazi e momenti di ascolto. Il tempo dell’estate può essere propizio per risintonizzarsi con il Signore e dare spazio alle diverse voci che ci abitano.

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