“In quei giorni, D-o pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo D-o, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me»”. (Esodo 20,1-17).
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Il preambolo del Libro dell’Esodo che introduce i Comandamenti consegnati dal Signore a Mosè ci fa capire quanto D-o ci ami. L’Altissimo é geloso della relazione con noi.
Ci dona tenerezza pensare che il Signore ci vuole tutti per Lui.
I comandi del Signore a Mosè ci dicono la direzione del nostro cammino di fede. Una direzione di fedeltà nella relazione con il Signore e una fedeltà nelle relazioni umane.
Ma é l’Evangelo di oggi (Matteo 13,18-23) che ci fa entrare nel quadro dei Comandamenti.
Ahinoi, tutti i terreni di cui parla la spiegazione della parabola del seminatore ci appartengono.
Ci appartiene la strada, quando ci facciamo dominare della presenza del male. Ci appartiene il terreno sassoso, quando siamo senza radici. Ci appartengono i rovi, quando siamo soffocati dalle cose di questo mondo. Ci appartiene il terreno buono quando siamo capaci di gesti di gratuità verso chi ha bisogno.
La via del Signore, obbedire alla sua Legge, significa privilegiare il terreno buono, sapendo che se sbagliamo il Signore c’è sempre a donarci la sua misericordia.
Immagine: Rembrandt – le Tavole della Legge -Olio su tela 1868 – Staatliche Museen Berlino