“Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori»”. (Luca 2,22-35).

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Il quadro evangelico che l’Evangelo mette in luce è totalmente legato ad una dimensione spirituale e rituale ebraica: il primogenito viene offerto al Signore, secondo la Legge di Mose.

La descrizione che Luca cesella nel racconto ci aiuta a cogliere la sacralità della vita che viene espressa nella logica del dono. Ogni vita umana é dono, ogni figlio é dono, un dono del Signore.

L’incontro con Simeone, uomo giusto e pio e anche profeta, annuncia in poche parole la missione di Gesù sin da infante: sarà presente per la consolazione d’Israele e la salvezza del mondo.

Questa profezia però trafigge l’animo di Maria che riceve una rivelazione di sacrificio e di dolore. In questo annuncio compartecipa alla caduta e di Resurrezione di molti in Israele. É segno di contraddizione.

É la fede che anima la vita, la nostra fede, che rappresenta il punto di partenza per capire che Gesù non è nato tra noi per caso ma per la nostra salvezza.

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