02/02/2018 – Presentazione di Gesù al Tempio

“Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.” (Luca 2,22-40).
La liturgia ci accompagna in questo giorno nel cogliere il senso della presentazione di Gesù al Tempio da parte dei suoi genitori, per dare significato a quanto previsto dalla legge di Mosè.
Non si tratta di un rito qualsiasi ma di un dono, di una benedizione al Signore per la gioia di un figlio, il primogenito. Maria e Giuseppe benedicono D-o perché il Figlio é il frutto di un amore grande.
Mentre sono nel tempio Maria e Giuseppe vivono una sorpresa inaspettata. Simeone ed Anna, persone di grande fede e contemplazione, hanno parole profetiche che indicano la strada che Gesù dovrà compiere. Gesù sarà la luce del mondo. Sarà il messaggero. Sarà il segno di contraddizione. Sono parole che lusingano ma subito sono anche parole taglienti e Maria coglie le sfumature dalle parole di Simeone, ovvero quella lama tagliente che trafigge l’anima. É la Parola di D-o che entra nella nostra vita.
In questo passo evangelico si compongono la vicenda umana e divina di Gesù che Maria coglie nel profondo del suo cuore.
L’Evangelo di oggi racchiude il senso di una missione annunciata. Noi oggi possiamo capire il significato di che cosa vuol dire essere messaggeri. La nostra missione é l’annuncio di una notizia positiva che ci rinfranca pur riconoscendo la fatica, la complessità e spesso il dolore di una vita che ci rende soli.
Preghiamo il Signore che ci aiuti a capire che noi siamo gente capace di dire una parola buona a chi incontriamo.

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