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13/10/2023 – Venerdì della 27ª Settimana del Tempo Ordinario

“Ahimè, quel giorno!
È infatti vicino il giorno del Signore
e viene come una devastazione dall’Onnipotente».
Suonate il corno in Sion
e date l’allarme sul mio santo monte!
Tremino tutti gli abitanti della regione
perché viene il giorno del Signore,
perché è vicino,
giorno di tenebra e di oscurità,
giorno di nube e di caligine.

(Gioèle Gl 1,13-15; 2,1-2)z#

Vicina al opo;


 #ilgiirnodelSignore #viverelattesa

 

Prepararci all’incontro con il  Signore è l’aspetto più importante della nostra vita quotidiana.

Colpisce, nell’Evangelo di oggi, il monito di Gesù. In qualche modo Egli ci ricorda di metterci dalla parte giusta (Luca 11,15-26): “Chi non è con me è contro di me”.

E Gioèle ci invita ad essere pronti, sentinelle del mattino, in attesa del giorno del Signore che sta per arrivare.

Nell’attuale contesto di vita ci rendiamo conto di essere impotenti di fronte al male. Per questo dobbiamo abitare anche l’oscurità. Tuttavia sappiamo che il giorno del Signore, dell’Altissimo, verrà. Affidiamoci!

Immagine: alba d’estare con un pizzico di luna – 14.08.2023 H. 05:34 – LT

12/10/2023 – Beato Carlo Acutis

“Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.” (Malachia 3,13-20a).

#timordiD-o #altezze

Il profeta Malachia ci offre una consegna importantissima: chi a timore del nome del Signore darà raggi benefici di giustizia.

In questo tempo così carico di incertezza, di guerre assurde, di malvagità, saremmo tentati di lanciare la spugna, nascondendoci, facendo finta di andare avanti, rattristati ed oppressi.

In verità è il Signore che si prende cura di noi a condizione che abbiamo fede in Lui, timore e rispetto della sua presenza. Nel Signore possiamo conquistare le altezze!

L’Evangelo di oggi, poi, ci dice di essere insistenti perché il Signore si fa sempre trovare, nonostante tutte le. Nostre infedeltà: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Luca 11,5-13).

Immagine: conquista italiana del Monte Everest – 1ª cordata da parte Mirko Minuzzò, Lhakpa Tenzing, Rinaldo Carrel, Shambu Tamang – 2ª cordata Fabrizio Innamorati, Virginio Epis, Claudio Benedetti, Sonam Gjaltzen – Spedizione guidata è coordinata da Guido Monzino.

11/10/2023 – S. Giovanni XXIII papa


“Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».” (Luca 11,1-4).

#Padre #misericordioso

Pregare è la regola principale per accogliere la presenza del Signore nella nostra vita quotidiana.

Gesù però riesce a sintetizzare con semplicità la preghiera del Padre nostro, anzi Papà nostro, ponendo con freschezza una dimensione filiale alla sua relazione con l’Altissimo.

Il rapporto di fiducia che sperimentiamo attraverso questa invocazione orante é il centro della salvezza, del sentirsi accompagnati e sostenuti.

Che cosa possiamo chiedere al Signore? Possiamo ringraziare il Signore per tutto, riconoscerlo e nello stesso tempo chiedere di sostenere la nostra vita umana attraverso il pane e ridurre tutte le possibilità di conflitto riconoscendo umilmente le nostre mancanze e i nostri debiti.

Il Buon D-o non desidera condannarci ma usa misericordia, sempre.

Immagine: Andrea di Buonaiuto, Cappellone degli Spagnoli,

Santa Maria Novella, Firenze, 1365-68

10/10/2023 – S. Daniele Comboni

“Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli.” (Giona 3,1-10).

#convertirsi

C’è una frase che fa da sfondo alle letture della liturgia odierna: ascoltare il Signore per convertirsi.

La popolazione di Ninive alla predicazione del profeta Giona si converte, digiuna e si veste di sacco.

Maria, al contrario di Marta affaccendata, sceglie di ascoltare Gesù. Tuttavia l’ascolto è per Maria la scelta che richiederà impegno a realizzare l’insegnamento di Gesù (Luca 10,38-42).

La conversione passa per l’ascolto. Forse oggi il profeta Giona sommessamente ci chiede di convertire la nostra vita e di vivere realizzando il disegno di salvezza del Signore.

Immagine: Hartmann Schedel – 1493 – Schedelsche Weltchronik or Nuremberg Chronicle

09/10/2023 – Lunedì della 27ª Settimana del Tempo Ordinario

“Chi è il mio prossimo?” (Luca 10,25-37)

 


#ilmioprossimo #compassione

 


Quante volte abbiamo meditato il racconto del buon samaritano. E quante volte ci siamo chiesti se siamo capaci anche noi ad avere un gesto di carità, solidarietà, compassione verso chi ha bisogno.

 


La verità di questo passo evangelico la troviamo in questa domanda: chi è il mio prossimo? Forse dovremmo riflettere sul concetto di prossimo. Meglio sarebbe dire che il mio prossimo è l’altro da me, chiunque egli sia.

 


L’altro da me é la persona di cui prendermi cura. Sempre, soprattutto quando è in difficoltà.

 


Gesù ci chiede di amare e non essere indifferenti ai bisogni dell’altro.

Abbiamo bisogno di esercitarci.

 


Per questo preghiamo davvero con intensità affinché ci convertiamo al prenderci cura e ad avere compassione. E ad avere attenzione a non farci superare da chi non è dei nostri nel vivere la compassione!

 


Immagine: Domenico Fetti e Bottega – La parabola del buon samaritano – 1620 circa – Galleria Accademia Venezia

07/10/2023 – B.V. Maria del Rosario

“Vi erano: Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.” Atti 1,12-14).

#comunione #unità #mistero

Il mistero della chiamata di Maria da parte del Signore, ci aiuta a cogliere il significato della vocazione.

Tutto si riduce ad un sì, eccomi. Vocazione significa aderire ad una dimensione interiore di fede e contemplazione del Signore.

Le letture della liturgia della Parola di oggi ci propongono la chiamata di Maria (Luca 1,26-38) che rappresenta l’apice di una generatività misteriosa di vita. L’Altissimo, attraverso il sì di Maria, partecipa interamente alla vita umana. Diventerà il Figlio dell’Uomo.

La seconda risposta alla vocazione viene dal testo degli Atti, dove vengono ricordati i nomi dei discepoli di Gesù, ora apostoli.

Colpiscono in entrambe le letture la dimensione fondamentale prima di iniziare il percorso è il cammino di missione: la preghiera.

La preghiera del rosario semplice, breve o lunga, ci aiuti a vivere con fiducia questo tempo complicato e difficile.

Immagine: Maria madre della tenerezza con il bambino Gesù – quadro collocato in una delle stanze del Seminario di Vicenza.

06/10/2023 – San Bruno

“Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite.” (Luca 10,13-16).

#conversione #salvezza

Possiamo immaginare che le forti parole profetiche di Gesù riguardino profondamente noi, i nostri comportamenti attuali, le nostre piccole e grandi infedeltà, la nostra indifferenza, il nostro potere di dominio.

Ebbene, guai a noi, a non sapere cogliere che il Signore è presente nei poveri, negli umili, nei diseredati, negli ultimi di questo mondo!

Abbiamo bisogno quotidianamente di conversione interiore ed esteriore per poter riconoscere la presenza del Signore in noi.

Immagine: resti della città di Corazin.

05/10/2023 – Beato Alberto Marvelli

“È vicino a voi il regno di D-o”. (Luca 10,1-12).

#ilregnodiD-o

Qualche volta abbiamo l’impressione che il regno di D-o non sia proprio vicino. Forse è invisibile ai nostri occhi e alla nostra sensibilità.

Dove lo troviamo? Lo scopriamo nella preghiera e nell’ascolto della Parola (Neemia 8,1-4a.5-6.7b-12).

Lo scopriamo quando la messe é abbondante ma ci sono pochi missionari che annunciano la bellezza dell’Evangelo.

Lo scopriamo nel mangiare insieme. Lo viviamo nella pace e nella fraternità. Lo riscopriamo nello stare vicino ai malati, ai soli, ai poveri.

Lo scopriamo nella gioia.

Ci sono buone ragioni per credere che nell’amore il Regno si presenta vicino a noi.

Immagine: Jean Francois Millet – Des Graneuses – Museo d’Orsay.

04/10/2023 – San Francesco d’Assisi patrono d’Italia

“Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.” (Galati 6,14-18).

#GesùCristoSignore

Le parole forti di Paolo nella lettera ai Galati rimettono a noi la centralità di Gesù Cristo, al quale affidiamo la nostra fede e la nostra vita.

É nella semplicità del mistero di D-o espresso dal suo Figlio che si scoprono i piccoli, gli insignificanti e non dotti e che si comprende la radicalità del credere in Gesù e, attraverso di lui, affidarsi al Padre.

Nulla di questo è nascosto, tutto è alla luce del sole. Ed è così che siamo abbracciati dal Signore, da quel Gesù morto in Croce e risorto a vita nuova. Questa è la semplice, forse troppo semplice, certezza di un D-o che è con noi!

La vita di San Francesco sia per noi esempio di vita evangelica.

Immagine: il Crocifisso di San Damiano – Basilica di S. Chiara – Assisi – Icona del 1100 il cui autore è sconosciuto di ispirazione bizantina.

03/10/2023 – Martedì della 26ª Settimana del Tempo Ordinario

“Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di D-o!” (Salmo 86 (87)).

#gerusalemme #cittàdiD-o

Gerusalemme, città di D-o, ci attrae per fede, perché in essa sono avvenuti fatti importanti per chi crede nel Signore.

Gerusalemme è il luogo dove, all’inizio, Abramo ha dimostrato la sua fedeltà all’Altissimo, Benedetto Egli Sia, senza esitare.

Gerusalemme ci aiuta a capire che per stare con il Signore, per vivere nel nostro tempo, dobbiamo contemplarla, per amare e servire l’umanità, per raccogliere l’eredità di Gesù, il Figlio dell’Uomo, il Cristo che si è donato a noi.

Gerusalemme è la città per dare senso al nostro cammino di credenti, per gioire e per piangere, per vivere la fraternità e soffrire per i conflitti umani, per essere umani e capaci di riconciliarci con l’altro da noi.

Gerusalemme sia città accompagnatrice di tante persone povere, umili, sole.

Signore aiutaci a sentirla più nostra!

Immagine: Gerusalemme – foto del giugno 2022