11/05/2019 – Sabato della 3ª di Pasqua

Giovanni 6,30-35

In quel tempo, la folla disse a Gesù: “Quale segno tu fai perché vediamo e possiamo
crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come
sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”.

La folla chiede a Gesù un segno per credere. Gesù ne ha mostrati molti, ma loro non credono, o meglio, non vedono. Non riescono a vedere l’azione di Dio Padre nelle opere di Gesù e continuano a chiedere un segno. Nel passato il popolo ebraico aveva avuto un segno dal cielo: la manna.

Gesù spiega che quel pane non è dal cielo, ma quel pane vero è Lui stesso.

Non credono ,vogliono un segno, ma secondo i loro gusti e aspettative. Non colgono che il segno e’ Gesù che attraverso le sue parole, la sua testimonianza e la sua vita è il pane dal cielo.

Attualissimo questo Vangelo. Anche noi spesso non cogliamo e non crediamo a dei segni, o meglio, a delle grazie che Gesù ci concede. Siamo propensi alla sfiducia, ci fissiamo sugli aspetti negativi e sulle difficoltà della nostra vita. Insomma un po’ pessimisti e a volte, senza vera fede , non ci accorgiamo che Gesù è in mezzo a noi: attraverso le persone che dobbiamo aiutare, attraverso gli amici da confortare.

Gesù è sempre in mezzo a noi: in famiglia, nel luogo di lavoro o nella comunità. Ma è soprattutto nell’Eucarestia che noi incontriamo il “Pane della Vita”.

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