01/01/2019 – Ottava del Natale del Signire – Circoncisione

Luca 2, 18-21

“In quel tempo. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo”.

Due sono gli atteggiamenti da coltivare nel nostro animo.
Maria custodisce tutte le cose meditandole nel suo cuore.
Custodisce la testimonianza dei pastori: Gesù è il liberatore, il Salvatore, è colui che dona la pace.
Maria custodisce nel suo cuore il suo Sì che è germogliato e ha dato vita a Gesù.
“Beata colei che ha creduto all’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”(Lc 1, 45)
Maria ha accolto la Parola che è diventata carne nel suo grembo.
Accogliere, ascoltare, far germogliare il seme della Parola. Ecco il compito per il nuovo anno: essere fecondi,
generativi, trovare occasioni per custodire la Parola.

L’altro atteggiamento da coltivare è lo stupore: “tutti si stupirono, erano meravigliati delle parole del pastore”.

Questi atteggiamenti ci aiutano a costruire la pace. Oggi, primo giorno dell’anno, preghiamo per il dono della pace. Dal messaggio del Papa si legge….
La pace, in effetti, è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani. Ma è anche una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno. La pace è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili di questa pace interiore e comunitaria:
– la pace con sé stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza e, come consigliava San Francesco di Sales, esercitando “un po’ di dolcezza verso sé stessi”, per offrire “un po’ di dolcezza agli altri”;
– la pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente…; osando l’incontro e ascoltando il messaggio che porta con sé;
– la pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire.

Buon anno!

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