01/02/2018 – 4ª Settimana del Tempo Ordinario

“In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.” (Marco 6,7-13).
Abbiamo ascoltato nei giorni scorsi i fatti che l’Evangelo di Marco ci ha raccontato e, soprattutto la fatica, talvolta l’opposizione e il rifiuto dell’annuncio di conversione. E nonostante questo Gesù ha liberato molte persone dall’impurità, dalla solitudine e perfino dalla morte.
Ha sempre avuto al suo fianco i molti discepoli. Ad un certo punto però Gesù manda i Dodici a fare esperienza diretta senza di lui. L’Evangelo di oggi ci racconta che non esiste un prima e un dopo dell’annuncio, un momento di formazione e poi l’annuncio. Da buon educatore Gesù sa che la conversione si fa facendo esperienza diretta nell’incontrare le vite delle persone, i loro crucci, i loro sacrifici e le loro solitudini, e non ultimo perfino la loro morte interiore.
L’esperienza dei discepoli é sotto il segno della sobrietà e della essenzialità perché bisogna essere liberi e distaccati per essere accolti. Ma se non si é accolti si scuote la polvere dai calzari.
La Parola dell’Evangelo ci invita a metterci in cammino. Quello che conta é alimentare la nostra fede attraverso un percorso. É bello rileggere il messaggio del grande re Davide al figlio Salomone (1º libro dei Re 2,1-4.10-12) perché é una sintesi di come seguire il Signore: “Se i tuoi figli nella loro condotta si cureranno di camminare davanti a me con fedeltà, con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima, non ti sarà tolto un discendente dal trono d’Israele”. Questo ci chiede il Signore: camminare con lui con fedeltà.

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