“Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.” (Luca 2,22-40).
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Il passo evangelico che oggi meditiamo é la narrazione degli incontri che Maria e Giuseppe fanno al Tempio nel momento della presentazione di Gesù al Signore e della consacrazione a D-o, come atto fondamentale della Legge di Mosè.
Riconosciamo nella presenza di Simeone ed Anna i testimoni di questo evento che suggella la fede dei genitori nel Figlio primogenito e la nostra fede.
Vale la pena soffermarsi sul preambolo dell’Evangelo e su alcune espressioni che vengono riferite dall’Evangelista Luca.
La presentazione di Gesù al Tempio dopo quaranta giorni ci indica la sacralità della vita di Gesù e il suo riscatto, in quanto Figlio primogenito, per Maria e Giuseppe e quindi per noi che crediamo in Lui. Il segno di questo sacrificio è dato nella povertà attraverso la consegna di tortore o due giovani colombi.
Simeone nel dialogo con Maria riferisce una parola che deve scuoterci profondamente: Gesù, l’Emmanuele, il Cristo è segno di contraddizione nella sua venuta e strumento di resurrezione. Capiamo forse da questo che Gesù non è un attore qualsiasi della missione di D-o Creatore. Egli segna un passaggio sostanziale di liberazione.
Abbiamo motivi per rafforzare il nostro credo in Gesù e in D-o perché Gesù è nella sapienza e grazia del Padre.
Immagine: Presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme:
Particolare Icona (2013) opera realizzata da Renata Sciachì, Luigia Aragozzini e Marcella Vasi