02/08/2019 – S. Eusebio da Vercelli

Luca 10, 1b-7a
In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa».


Il brano di Luca di oggi suona essere molto attuale. Il richiamo alla scarsità del numero degli operai sembra proprio riferirsi alla scarsità di uomini e donne che oggi scelgono il cammino della consacrazione o alla scarsità di giovani che riempiono le nostre chiese e i nostri oratori. Inoltre, anche la metafora degli agnelli in mezzo ai lupi sembra ricordarci come a volte i cristiani si trovino in minoranza a dover “difendere” il proprio credo.
In questo quadro che sembra essere così difficile, le parole di Gesù ci rassicurano: “Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi”. Inoltre, mi piace pensare che, anche quando il numero di operai scarseggia, Gesù non rinuncia ad inviarci a due a due, perché non siamo mai soli. E ancora, Gesù ci ricorda che, dove troveremo un figlio della pace, potremo fermarci a mangiare e bere in quella casa, a trovare ristoro dopo il cammino e l’aver affrontato i lupi.
E’ bello sapere che l’annuncio della Parola permette di conoscere nuove persone nel profondo, tanto da entrare nell’intimità delle loro case.
Le parole di Luca di oggi suonano, quindi, come un invito a non lasciarci scoraggiare dalle difficoltà che, come cristiani e anche come uomini e donne di coscienza, incontriamo ogni giorno nel portare il messaggio del Signore, di giustizia, verità e pace.
Sembra anche essere un invito a mettere da parte le lamentele e mettersi in moto perché le difficoltà che incontriamo noi oggi sono le stesse incontrate dai discepoli più di 2000 anni fa e, nonostante ciò, sono stati capaci di costruire la Chiesa che noi conosciamo.
Pertanto, oltre a pregare il Signore perché “mandi operai per la sua messe”, proviamo ad essere noi i primi annunciatori della sua Parola, mettendo da parte le lamentele e partendo solo con l’essenziale, senza né “borsa, né sacca, né sandali”.
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