03/09/2018 – San Gregorio Magno

“Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».” (Luca 4,16-20).

Il messaggio di Gesù nella sinagoga di Nazareth, nella sua città di adozione, é chiaro. É un annuncio profetico che già Isaia aveva fatto: “Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore».

Gesù ricorda alla sua gente che la presenza del Signore é rivolta a tutti, soprattutto a coloro che sono poveri, prigionieri, ciechi, oppressi. Potremmo dire, oggi, ciascuno di noi. Sì, perché ciascuno di noi può vivere queste situazioni di vita. Anche noi ci sentiamo poveri interiormente, prigionieri delle nostre routine, ciechi ed insensibili verso gli altri, oppressi e senza speranza.

Ritornando al brano evangelico, la gente di Nazareth si fa una domanda: ma come può dire Gesù che questa Parola di Isaia si é avverata. In fondo Gesù é uno di loro.

Gesù nel cogliere questo, risponde facendo presente che se non c’é disponibilità a capire, il Signore si fa trovare fuori dai confini, nelle periferie, come ci ricorda Papa Francesco.

Accogliamo questa Parola e facciamola nostra. Il Signore ci é compagno di strada.

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