Dio ama chi dona con gioia.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.
Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme,
finché non vedrà la rovina dei suoi nemici.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria.
Il salmo 111 è una composizione di taglio sapienziale, ci presenta la figura «del giusto» il quale teme il Signore, ne riconosce la trascendenza e aderisce con fiducia e amore alla sua volontà.
A questo fedele è riservata una “beatitudine”: «Beato l’uomo che teme il Signore». Il Salmista precisa subito in che cosa consista tale timore: esso si manifesta nell’essere docile ai comandamenti di Dio. È proclamato beato colui che «trova grande gioia» nell’osservare i comandamenti, trovando in essi gioia e pace.
Il cuore di questa fedeltà alla Parola divina consiste in una scelta fondamentale, cioè la carità verso i poveri e i bisognosi: «Felice l’uomo pietoso che dà in prestito… Egli dona largamente ai poveri». Il fedele è, dunque, generoso; rispettando la norma biblica, egli concede prestiti ai fratelli in necessità, senza interesse e senza cadere nell’infamia dell’usura che annienta la vita dei miseri. Il giusto, si schiera dunque dalla parte degli emarginati, e li sostiene con aiuti abbondanti. «Egli dona largamente ai poveri», esprimendo così un’estrema generosità, completamente disinteressata.
Il Salmo, accanto al ritratto dell’uomo fedele e caritatevole, «buono, misericordioso e giusto», presenta in finale anche il profilo del malvagio. Questo individuo assiste al successo della persona giusta rodendosi di rabbia e di invidia. È il tormento di chi ha una cattiva coscienza, a differenza dell’uomo generoso che ha «saldo» e «sicuro il suo cuore».
Fissiamo ora il nostro sguardo sul volto sereno dell’uomo fedele che «dona largamente ai poveri».
Ricorrendo a un altro testo biblico troviamo: “Dio ama chi dona con gioia” (2Cor 9,7), chi gode nel donare e non semina scarsamente, per non raccogliere allo stesso modo, ma condivide senza rammarichi e distinzioni e dolore, e questo è autentico far del bene.
Come trovare la felicità? Questo Salmo risponde: felice l’uomo che dona; felice l’uomo che non utilizza la vita per se stesso, ma dona; felice l’uomo che è misericordioso, buono e giusto; felice l’uomo che vive nell’amore di Dio e del prossimo.