03/11/2018 – Sabato della I settimana dopo la Dedicazione

“Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Matteo 16,24-27)

Questo versetto è un messaggio “in pillola” per coloro che vogliono percorrere un cammino di fede in Gesù.

Vale la pena mettere in risalto anzitutto l’incipit di questo messaggio, ovvero la parola “SE”.
La sequela di Gesù non è un obbligo, la libertà è un valore persino (o soprattutto) per coloro che già si sentono in cammino; anche Gesù si rivolge ai suoi discepoli, persone che avevano già fatto la scelta di seguirLo, come a riproporgli una nuova professione di fede, un nuovo passo verso la verità e la profondità del loro cammino.

Anzitutto, quindi, un “recap” sulla propria fede: sono davvero convinta di voler andare dietro a Gesù?
Con questa rinnovata consapevolezza, che fare dunque?
Rinnegare me stessa.. per me è sempre stato un concetto un po’ confuso; mi dicevo: “Ma come, devo rinnegare la mia identità? Adeguarmi forse ad un modello che non conosco o per cui farei fatica a sentire appartenenza?!”
Invece non è tanto una richiesta di “annullamento”…infatti Dio ci ha creati, ci conosce meglio di noi stessi: non voglio credere che ci chiederebbe di cancellare con un colpo di spugna tutti i Suoi progetti particolari per noi!
Ora la vedo più come un accompagnamento a liberarmi da quelle parti false di me: la parte egoista, la parte sempre attenta a compiacere gli altri, la parte che vuole primeggiare su tutti (e potrei andare avanti con l’elenco).

E poi un altro passo, “prendere la mia croce”. Strano che ci sia proprio una MIA croce, una MIA strada di ostacoli e sacrificio, qualcosa dunque che solo io devo e posso affrontare.
Molti slogan del momento propongono valori apparentemente simili: “Carry on!” (Vai avanti); “Never give up” (Mai arrendersi), ecc. Sono però tendenze che fanno leva ancora una volta sul proprio ego, sull’idea di poter essere quasi invincibili.
Il messaggio evangelico è diverso, a me sembra che dica invece: non cercare di evitare le difficoltà e l’esperienza più vera della sofferenza, ma per attraversarla seguiMI, non sei sola; non devi dimostrare di essere invincibile quanto piuttosto riconoscere le umane debolezze… sentendoti amata proprio in questa parte più autentica, troverai un’identità altrettanto vera e la forza di continuare il cammino.

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