03/11/2019 – 2ª Domenica dopo la Dedicazione

Matteo 22, 1-14
In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re,
che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi
non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il
mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli
non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li
insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede
alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni;
andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade,
quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di
commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli
disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi:
“Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono
chiamati, ma pochi eletti».

L’immagine del Regno dei cieli come una festa di nozze dà proprio una bella idea: un luogo in cui si sta
bene, ci si diverte, si incontrano tante persone …. insomma, perché dire di no? Colpisce subito, infatti, che gli invitati, al contrario di quanto si possa pensare, decidano di non partecipare: c’è chi va al lavoro, c’è chi ha degli impegni; sembra una scena quotidiana che può capitarci davanti ad un invito qualsiasi!
Ma il re non si scoraggia: continua ad invitare ed estende la sua richiesta a tutti, soprattutto a chi non se lo
aspetta.

Unico promemoria sul pass: ricordarsi di portare un abito idoneo! Credo che “questo vestito” rappresenti un pò la presa di coscienza (personale e unica) di essere invitato/a, l’adesione ad una chiamata senza che io mi soffermi sul chiedermi “me la merito” oppure “ma io non sono pronto/a”. Chissà anche se, a mia volta, posso essere testimone verso coloro che più si ritengono non degni di questa convocazione.

– Quali sono le persone che di solito invito/non invito alle mie feste? Perché?
– Pensando ad alcuni ambiti (Chiesa, società, ..): che cosa oggi aiuta/non aiuta a fare sì che le persone
possano sentirsi incluse/escluse?
– Che cosa concretamente mi fa pensare che l’incontro con Cristo è festa?

 

E si dirà in quel giorno: Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse;
questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza (Is 25, 9)

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