04/07/2019 – S. Elisabetta di Portogallo

Luca 6, 20a. 24-26

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Dopo aver istituito i dodici, con loro Gesù si ferma in un “luogo pianeggiante”, dove alle guarigioni seguono quattro beatitudini cui si contrappongono quattro “guai”. Il luogo e il modo in cui Gesù pronuncia le beatitudini e il loro contrario, sottolineano quanto già evocato nel Magnificat di Maria: il regno di Dio comporta un capovolgimento delle situazioni presenti nella misura in cui si
accoglie l’oggi della salvezza che ci viene annunciata, in parole e in opere, da Gesù stesso.

Non sorvoliamo sulle parole di Gesù, né sul “Beati” né tanto meno sul “Guai”. Siamo chiamati a dare uno sguardo sincero e spassionato a quella che è la nostra scala di valori alla luce del vangelo e all’ombra della croce.

Di fronte a questo brano, l’invito è quello di pregare il Magnificat in spirito di semplicità e umiltà, come Maria.

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