04/11/2018 – II Domenica dopo la Dedicazione

“Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei. Uno dei commensali gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati:“Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho
comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi…” (Luca 14, 1a. 15-24)

La prima immagine che mi colpisce è quella di una festa: sembra che tutto si stia preparando affinché ci si senta a proprio agio, si chiacchieri, si stia bene. Potrebbe essere proprio bello questo Regno!
Eppure… gli invitati non vogliono partecipare. Ognuno dice la sua: il lavoro, gli affari, una relazione importante; forse sta parlando proprio di me? Dio sceglie e chiama tutti: ci dice improvvisamente che vuole condividere con me/con noi una festa! Forse non ce lo meritiamo, magari non ce lo aspettavamo, ma Dio ci invita ugualmente; potente e significativa questa rappresentazione di Chiesa in cui tutti siamo gratuitamente convocati.

Il secondo pensiero si basa sul fatto che l’amore di Dio non è sconfitto dal mio rifiuto: io posso restare lontano dal Signore, ma lui non si arrende; ogni giorno c’è qualcuno che risponderà e accoglierà la sua chiamata, nella consapevolezza che l’incontro con lui è una festa; e se non ne fossi ancora convinto, forse è perché dovrei ancora veramente incontrarlo.

– Quali sono le persone che in generale invito o non invito ad una festa?
– Quali sono i motivi che oggi limitano il mio esserci all’interno della mia Comunità e, più in generale, della Chiesa universale?
– Se il banchetto è una festa, quali sono quelle cose in cui mi sembra di soffermarmi sull’immagine di un Dio giudice perdendomi il bello di una relazione di fiducia e di fraternità?

Le opere del Signore sono splendore di bellezza,
la sua giustizia dura per sempre.
Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
pietà e tenerezza è il Signore (Sal 110)

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